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Segnalazioni della Biblioteca Mario Rostoni

martedì 8 settembre 2009

Non di soli spazi...


La mattina si è aperta con il promesso incontro con la direttrice, che ha inotrodotto la Biblioteca di Scienze sociali a partire dal progetto architettonico datato 1990. Autore del progetto un architetto italiano, Giorgio Grassi. Prima della realizzazione passarono 9 anni, e quando la biblioteca divenne realtà parve evidente che la struttura, una crocera centrale con vari ballatoi lungo gli otto piani, avrebbe posto ai bibliotecari qualche problema di complessità a livello di circolazione. A me personalmente sono venute le vertigini dal sesto piano, guardando giù dalle bianche ed in apparenza esili ringhiere. Indubbiamente l'edificio è bello e l'illuminazione è molto buona, ma la posizione dei banchi informazioni, presenti solo a piano terra, e il personale dietro il vetro, ben nascosto lungo i ballatoi e poco alla portata degli utenti, fa sorgere qualche dubbio su quanto gli architetti abbiano ascoltato con attenzione i bibliotecari in fase di analisi progettuale. Nel rapporto con gli architetti tutto il mondo è paese, non solo in Italia sembra che ascoltino poco i bibliotecari.
I dati sono impressionanti: 214.000 prestiti per 25.000 studenti, 1244 posti a sedere, 12000 nuovi libri acquistati l'anno, una collezione di centinai di migliaia di volumi.
Creare questa biblioteca ha voluto dire aggregare tutti i volumi che erano sparsi nei dipartimenti e quindi costruire una vera collezione. Questo lavoro ha richiesto vari anni e un lavoro enorme, al punto che solo negli ultimi due anni il processo di aggregazione delle collezioni può dirsi concluso.
A gestire il tutto uno staff di 56 persone. Se chiediamo alla "directora" come vede il futuro della sua biblioteca ci risponde che la vede sempre più come una "sala ruidosa", cioè uno spazio che evolve dalla biblioteca silenziosa auspicata dai cartelli di cui ho parlata ieri, verso un luogo più adatto ai giovani studenti di oggi. Il futuro è infatti nella biblioteca come luogo di studio e aggregazione e solo in parte come area per lo studio individuale. Queste sono le richieste che arrivano alla "directora" da parte degli utenti, che con davvero ammirevole cura vengono raccolte in una sorta di "cahier de doléance" di cui si tiene conto per organizzare i servizi. Non parliamo poi degli orari. A Valencia gli studenti non dormano mai e richiedono un apertura 7 giorni su 7 per 24 ore. E la biblioteca di scienze sociali risponde. Si tratta di un'apertura parziale, solo in periodo di esami, e solo per la biblioteca di base, ossia di libri di testo, senza servizi di reference. Una grande sala studio sempre aperta.
Mi piacerebbe verificare se davvero ci sarà qualcuno alle tre di notte. Per fortuna posso fidarmi della Directora che è scettica che proprio alle tre di notte sia molto affollata ...